Radici


Dopo qualche giorno di litigio con le copisterie e i loro orari assurdi, e grazie alla collaborazione di una donna molto paziente, sono riuscito a fotocopiare e rilegare due copie dello storyboard, chiudendo di fatto questa prima fase della lavorazione.

Mi sembra il momento adatto, quindi, per spiegare qualcosina.


Come i più attenti fra di voi avranno capito da qualche tempo, la nuova storia si intitola “Radici”.

E', o meglio sarà, un fumetto di 216 tavole, completamente in bianco e nero (con qualche escursione nella mezzatinta).
Un bel mattoncino, come potete vedere nella foto.


Pur non essendo una vera e propria storia di genere, la vicenda contiene delle scene che spero siano spaventose (horror); un investigatore che indaga su presunte attività criminali (detection) con tanto di auto che si ribaltano e pistole che sparano (crime); una seria di misteri (science-fiction, fantasy) che in buona parte vengono spiegati prima della fine. Non si bara, tranquilli.

Al di là di questo tentativo di catalogazione, miseramente fallito, il cuore della storia spero siano i suoi personaggi. Sono stati loro a prendermi per mano e farmi capire in che direzione andare.


Quasi un anno fa, quando ho iniziato a scrivere, ero convinto di stare per raccontare una vicenda che parlasse degli uomini e del loro rapporto con l'ambiente in cui vivono, in particolare con le piante.
Ed è così.
Ma rileggendo ora, mi sembra che il fumetto sia soprattutto una storia sull'amicizia e l'amore, su come superare le delusioni, sui pericoli nascosti in schemi di pensiero pigri, facili e immutabili.

Insomma, da bravo essere umano, non ho potuto fare a meno di spostare ancora una volta l'attenzione su noi scimmiette.

Ma saranno i lettori a decidere di cosa parla davvero la storia, sempre che di qualcosa parli.
E sempre che riesca a disegnarla prima della loro morte per anzianità.


Un'ultima osservazione sulla struttura della vicenda, prima di chiudere.

Sono convinto che, in qualsiasi ambito, la forma debba rispecchiare il contenuto. Le due cose non possono viaggiare slegate. E nel caso del fumetto, non sto parlando solo del segno, del layout delle tavole, della forma dei balloons o del lettering.

Anche la struttura della storia dipende dal suo contenuto.

Per esempio, “I palazzi” (che potete leggere gratuitamente qui) ha uno struttura molto lineare, come quella del profilo di una casa.

Avete mai visto una radice?


Nasce in un punto nascosto, invisibile, da qualche parte sottoterra. Da lì cresce, propagandosi in tutte le direzioni, contorcendosi per evitare ostacoli e ingarbugliandosi con altre radici e funghi. Affiora qua e là nel terreno, permettendoci di vedere alcuni suoi frammenti; sempre che non ci stia ingannando, e quelle parti non appartengano ad altre piante.

Ecco, questa è la struttura della nuova storia.

Parecchio ingarbugliata, con diverse linee temporali, flashback e flashforward, narratori credibili e altri meno.
Spero comunque comprensibile e coinvolgente.

Proprio queste ultime due cose sono ciò che ora non riesco a giudicare, essendo nella più classica fase di rigetto. Ho finito di raccontare la storia, dopo averci lavorato per mesi, e mi sembra un oggetto che è sempre esistito e che conosco sin troppo bene. Che quasi odio.

Devo lasciarla stare per un po' e poi forse riuscirò a rileggerla con imparzialità. Dopo le ferie, magari.

Nel frattempo cercherò di convincere qualche lettore di prova a portarsi a casa la seconda copia dello storyboard e darci un'occhiata, nonostante la sua mole scoraggiante.

Ho bisogno di altri pareri e opinioni, altri punti di vista, prima di iniziare a disegnare una vicenda così lunga.

Detto questo chiudo, sperando di avervi incuriosito un pochino.
In questi giorni inizierò a studiare per bene i personaggi e qualche disegno potrebbe comparire su queste pagine, se tutto va per il meglio.

A presto!